Noemi Pittalà

Una delle cose che mi provoca più ansia è dire che faccio teatro, quindi non lo dirò.
Sono Noemi Pittalà, classe 1998, fieramente palermitana, attualmente dispersa tra i portici di Bologna per formarmi come artista.
Tutto è partito quando, a 12 anni, al matrimonio di mio cugino, sgridai mio padre perché faceva foto terribilmente sfocate agli sposi. Così, dopo un “Ci penso io!” e diversi complimenti (tutti da parenti), iniziai il mio percorso con la fotografia. Ho frequentato la Scuola Biennale di Fotografia Spazio Labo’ di Bologna dove ho approfondito la staged photography e la fotografia d’archivio, partecipando a vari festival in giro per l’Italia. Poi, essendo figlia della mia epoca, non mi bastava mica concentrarmi su un unico percorso, quindi ho studiato Lettere Moderne all’Università di Bologna con una tesi in Storia del Nuovo Teatro sul teatro di Emma Dante.
Nel frattempo, proprio perché non faccio teatro, mi sono buttata nell’approfondimento della formazione dello spettatore attivo, dell’audience development e del legame tra artista e pubblico in un contesto di residenza, grazie al progetto internazionale ARTES presso La Corte Ospitale di Rubiera, al progetto Custodi delle Residenze presso L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e come membro YPAL all’interno del festival FARaway di Reims (FR). Ho lavorato, sempre perché il teatro non è cosa mia, nell’area promozione e comunicazione di ERT / Teatro Nazionale. Grazie a queste esperienze (forse) ho capito qual è il punto: la regia. Costruisco immagini, voglio vederle muovere in diretta e le voglio restituire attivamente a qualcuno. Ed è così che ho conosciuto questi cinque sbandati che mi tocca dirigere! In loro ho trovato il materiale perfetto per i miei esperimenti e la stessa fame negli occhi di rappresentare questo mondo in movimento… e in crisi.