Associazione Scenario | Teatro giovane e proiezioni adulte. Un commento su Scenario Festival | Recensione di Giuseppe Di Lorenzo
Un teatro emotivo e di conseguenza civile. Proprio in questa declinazione si pone lo studio presentato da Collettivo Crisi Collettiva, che ha portato in scena in modo surreale il Moloch bolognese, partendo dalle inquietudini e dalle testimonianze reali di chi, come loro, quella città la vive o l’ha vissuta.
Pinocchio mangia spaghetti alla bolognese descrive la vita a Bologna come un Monopoli nichilista e spaesante, in cui perfino le scritte sui muri denunciano un sentimento di ininfluenza: «Io non pretendo però auspico».
Bologna è il simbolo delle promesse non mantenute, dei percorsi fallimentari, delle nevrosi contemporanee. Lo sviluppo di ansie patologiche e l’aumento nell’uso di psicofarmaci, che pigramente l’informazione vuol far coincidere con le attuali dinamiche economiche, sono il lascito di un futuro che non è mai accaduto, che si è irresponsabilmente continuato a proiettare mentre nella realtà lo si smontava pezzo per pezzo. Si chiede ai giovani di performare carriere lavorative irrealizzabili, figlie di un mercato del lavoro collassato da tempo, in un gioco al massacro dove non vince il più forte, ma chi ha l’intelligenza di emigrare prima.
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